Pubblicato il
2 settembre 2018
Autore
Giuliana Dusi
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Il futuro dell'editoria quotidiana

Pubblicato il
2018-09-02 00:00:00
Autore
Giuliana Dusi

Tre spunti utili per innovare la reader's journey

La scorsa settimana è andato in scena Ediland Meeting, l’evento organizzato da IFRA Italia dedicato al mercato dell’informazione quotidiana. Come ogni anno è stata l’occasione per editori e stampatori di poter discutere del futuro dell’editoria quotidiana.

Durante i giorni di lavoro sono stati presentati case interessanti riguardanti novità relative ai nuovi business model, come il ripensare i contenuti in un ottica più orientata alle esigenze vere e proprie dei lettori, o il proporre argomenti mirati in determinati giorni della settimana. Due spunti utili agli editori per intraprendere la strada verso un cambiamento della proposta editoriale che negli ultimi anni non si è distinta per novità e differenziazione.

La stessa notizia riproposta su più testate può aver penalizzato la qualità editoriale? Forse in alcuni casi sì. Quando poi la stessa notizia viene condivisa sui social ecco che la mancanza di contenuti accattivanti, di personalizzazione da parte del giornalista viene fuori.

Ovvio che la carta rimarrà sempre, non ci stanchiamo di dirlo, un canale di comunicazione intramontabile. Deve diventare però un punto di sostegno per il canale digitale.

L’editoria digitale

Quali sono quindi le novità in campo digitale che possono in qualche modo fare la differenza per un editore che vuole sempre più soddisfare i suoi lettori? Di seguito tre idee che potrebbero essere di spunto per una reader’s journey innovativa!

Video trailer

I contenuti video la faranno da padrone, è già stata stimata da qualche anno la crescita esponenziale della produzione di contenuti video. 
Dalla breve durata, condivisibili su più canali, accattivanti. Queste le caratteristiche principali che un video dal sicuro impatto multimediale deve avere. 
Ecco che la tecnologia dei video story-telling viene incontro all’editoria. 
Un articolo, un dossier, una sezione del giornale raccontati attraverso un video riescono a catturare l’attenzione dei lettori, soprattutto dei più giovani, e a creare interesse. Che poi la creazione di questi video non necessiti di particolari competenze se non la capacità di unire testi ad immagini, beh… è un’altra storia.

Reader’s journey

Quante volte ci capita di comprare il giornale e di andare subito a cercare la sezione che più ci interessa? Quante volte apriamo l’homepage della nostra testata preferita per poi cliccare subito sulla sezione a noi più congeniale? Personalizzazione, parola che caratterizzerà il futuro dei lettori digitali. 
Ma il futuro si puo’ anticipare anzi, si deve anticipare. Perché la personalizzazione delle comunicazioni, nel caso preciso delle newsletter, e dei contenuti possono fare la differenza agli occhi dei lettori.
In quest’era in cui gli editori conosco tutto dei loro lettori, chi sono e a cosa sono interessati, proporre contenuti mirati è la strada per soddisfare la reader’s journey di ognuno di loro.

Sentiment Analysis

Interazione, altra parola interessante che negli ultimi anni ha creato nuove connessioni fra i giornalisti, lettori e opinionisti.
Connessioni possibili nel digitale, dove gli articoli vengono condivisi, apprezzati e commentati.
Ma qual è il valore aggiunto che si può ricavare dall’interpretazione di milioni di commenti relativi ad una notizia, siano essi positivi e/o negativi? Innanzitutto la conoscenza della reale opinione pubblica, della voce della gente. Un’analisi più approfondita del sentiment popolare può sicuramente aiutare a “raddrizzare” situazioni difficili e a capire chi, nel panorama della rete, è in grado di influenzare gli utenti.


Come detto prima, queste sono solo alcune delle nuove tecnologie che possono supportare idee di cambiamento e di innovazione utili al panorama editoriale quotidiano italiano. 
L’editoria negli anni non è cambiata, ma i lettori sì e molto velocemente. C’è ancora tutta una fetta di mercato, le cosiddette generazione X e Y, che va catturata ma per farlo bisogna usare strumenti nati proprio con queste generazioni. 
Buon lavoro quindi a chi sa già come innovarsi!

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